Il mio servizio di leva è cominciato con il corso per Allievi Ufficiali di Complemento nella caserma di Cesano di Roma, 107° Corso A.U.C., cinque mesi di sofferenza per ottenere la tanto agognata Stelletta da Sottotenente, con cui effettuare i rimanenti dieci mesi di naja.
I ricordi di quel periodo sono molti, e spaziano da quelli puramente relativi all'addestramento a quelli sentimentali, alle amicizie "interrotte"...
La settimana precedente la mia partenza fu particolarmente intensa, in quel periodo stavo lavorando in Sala Corse e come rappresentante per la AMC, avevo da poco terminato la storia con Cony e in teoria avrei voluto rimanere libero per il periodo militare - anche se poi la nuova relazione mi aiutò moltissimo a superare le difficoltà del corso (di questo però non parlerò).
L'orario limite per presentarsi in caserma era fissato alle 18.30: partii da Porta Nuova alle 5 del mattino, mi accompagnò il Socio; del viaggio fino a Roma non ricordo praticamente nulla, neanche se mi fossi portato qualcosa (cosa?) da leggere; all'arrivo a Termini avevo qualche ora di tempo prima della coincidenza con il locale che mi avrebbe portato a Cesano e ne approfittai per andare dal barbiere della stazione (avevo i capelli un po' lunghi e speravo che un taglio cortissimo mi avrebbe salvato dalle successive rasature... invano).
Il trenino mi sbarcò alla stazione di Cesano (pensavo mi sarebbe diventata molto familiare, invece presi il treno solo altre due volte, una per andare a Roma e una per andare a Viterbo, poi per fortuna mi portai la 127 e cominciai a muovermi con quella); da lì percorsi il lungo vialone che porta alla caserma e mi presentai intorno alle 18.
In cortile c'erano allievi pennuti (bersaglieri) che già correvano, vestiti ancora civilmente; aspiranti parà erano già a terra a pompare (effettuare flessioni); passavano ufficiali dei parà a cercare di reclutare all'ultimo momento ancora qualche allievo; noi tutti inquadrati a urlare a squarciagola "sissignore" a un centimetro dalla faccia dei sottufficiali che ci interrogavano (le scene di addestramento di "Ufficiale e gentiluomo" rendono bene l'atmosfera).
Una volta assegnati nelle camerate (la mia era la più grande, 32 letti), abbiamo dovuto aspettare il contrappello con ispezione della camerata (come fu poi per tutte le altre sere, per 5 mesi...), verifica della pulizia del proprio posto letto, ispezione dell'armadietto (ogni tanto), tutte le giacche e le camicie dovevano essere orientate in uno stesso verso...; esame della pulizia sugli spigoli degli armadietti e quando volevano incastrarci, del davanzale esterno delle finestre... ovviamente se c'era polvere scattavano le giornate di punizione.
A turno uno doveva essere responsabile in qualità di capo-camerata (e qui apro una lunga parentesi)
per una fortunata coincidenza, sono stato capocamerata del mese di luglio... e nel mese di luglio per una fortuna coincidenza sono stato per una settimana responsabile N.C.C. (Nucleo Controllo Cucine)... la terza fortunata coincidenza è stata che domenica 11 luglio 1982 l'Italia ha vinto il Mondiale di Calcio in Spagna... la quarta fortunata coincidenza è stata che il lunedì 12, alle 5 del mattino, c'era una compagnia che doveva andare a sparare e quindi alle 4 bisognava aprire la cucina e preparare la colazione per loro; tutto questo ha causato la seguente serie di eventi: un tv venne piazzato su un mobiletto e la partita venne guardata tutti insieme in un corridoio; le scene di esaltazione derivanti dalla vittoria si protrassero fin oltre il contrappello (anche gli ufficiali comunque ci fecero un contrappello particolare quella sera!); una volta nelle camerate, ci furono ancora alcune sbrandate e relative rappresaglie che non terminavano, impedendo comunque a tutti di dormire... dopo alcuni miei avvertimenti caduti nel vuoto (rischiavo comunque io in qualità di capo-camerata), lievemente esasperato anche pensando di dovermi svegliare solo un paio di ore dopo, mi sono alzato è ho sbrandato tutti e 31 della camerata, compreso l'amico Giosuè, ribaltandoli dal letto; una volta sbrandati tutti ho minacciato che il primo che si fosse ancora azzardato ad alzarsi dal letto... mentre rientravo al mio posto, ho sentito dei tentativi di riprendere la baldoria e per "attirare l'attenzione" ho scagliato uno sgabello (di metallo) contro la fila degli armadietti (di metallo)... il fatto che lo sgabello si sia "piantato" con una zampa in un armadietto ha fatto realizzare al resto della camerata che era proprio ora di dormire... Due o tre ore dopo mi sono alzato per andare ad aprire la cucina ai fanti-cucinieri (ero io ad avere le chiavi come responsabile), a quel punto per un'altra oretta non avevo altro da fare (fino all'afflusso per colazione della compagnia che doveva andare a sparare) e ricordo che mi sono messo a dormire su un banco-frigo...
il capo-camerata doveva "presentare la forza" all'Ufficiale di Servizio che provvedeva al contrappello indicando il numero di presenti e la giustificazione per gli assenti (in infermeria, in permesso ecc...); tornando alla prima sera, facemmo il contrappello in abiti civili e anche in quel caso dovemmo urlare una serie di "sissignore".
L'ultima cosa che ricordo che riguardava la camerata è che, in vista del nostro giuramento in programma il 23 maggio, erano in corso operazioni di pittura e restauro delle palazzine; nelle camerate i tubi delle impalcature entravano nelle finestre e ne impedivano la chiusura, per cui per circa un mese dormimmo con le finestre aperte e la temperatura non era mite, soprattutto a causa del vento freddo.